Era il mese di Febbraio del 2000 quando Microsoft decise di rilasciare, dopo una beta privata, il gioco “The Sims“, una vera e propria rivoluzione per l’epoca.
Dopo i successi di “Sim City” la software house di Redmond, creata da Bill Gates, decise che era il tempo di cavalcare l’onda dei programmi reality in Tv e rilasciare un gioco che permettesse a tutti gli utenti di sbirciare nella vita privata e modificarne le sorti dei partecipanti a proprio gusto.
E’ questo infatti “The Sims“, un simulatore che ci permette di vivere una vita parallela online. Negli anni i capitoli si sono arricchiti sempre di più con milioni di videogiocatori che hanno perso ore di sonno, e a volte anche di lavoro, per stare dietro ai loro avatar virtuali.
Non importa quale sia stato il vostro stile di gioco, siamo sicuri che: se siete un “Sims dipendente” avete la versione “mobile” installata sul vostro smartphone e di sicuro avete provato, almeno una volta, a far fare qualcosa di strano al vostro personaggio.
Alzi la mano infatti chi non ha provato ad affogare i personaggi in “piscina” (eliminando la scaletta), eliminare la “toilette” dalla casa oppure sbirciato il vostro avatar sotto la doccia o mentre era in compagnia del proprio partner.
Insomma The Sims è un’icona per tutti, il capostipite dei giochi di simulazione reale che, ancora oggi nella versione PETS (cani & gatti), riesce ad appassionare milioni di giocatori in tutto il mondo.
Far crescere il proprio personaggio è l’azione più semplice nel gioco, ma quando si aggiungono partner, figli, animali domestici e relazioni con gli altri avatar virtuali (controllati dagli altri utenti o dalla AI) il tutto diventa più impegnativo ed emozionante.
L’immersione nel gioco è così profonda che spesso, quando ci troviamo in compagnia di amici, cerchiamo sopra la loro testa la mitica pietra cristallo che indica, al giocatore di turno, la possibilità di interagire con gli altri personaggi.
Sono passati 20 anni e diversi capitoli della saga ma “The Sims” rimane un passatempo per milioni di giocatori, a volte anche un rifugio dalle frustrazioni della vita reale, insomma un gioco iconico con cui la generazione anni 80/90 ha sicuramente avuto a che fare.