Chiunque possieda un blog, un’app mobile o semplicemente intenda guadagnare grazie alla pubblicità almeno una volta si è chiesto cosa sia il fantomatico eCPM. Infatti nel mercato pubblicitario il “costo per mille impressioni“, appunto CPM, è l’unità di misura da prendere in considerazione.
Pertanto quando parliamo di eCPM stiamo valutando la stima, la “e” sta appunto per “estimate” in inglese, del valore che quella pubblicità genererà ogni tot (nel nostro caso 1000) impression cioè visualizzazioni.
Che si tratti di radio, Tv, giornali o pubblicità online l’eCPM è il dato su cui fare affidamento per capire il proprio guadagno. Nel mondo del web, dove questo valore è principalmente utilizzato, il fulcro di ogni discorso ruota attorno al suo rendimento.
Infatti online è facile ricevere visibilità, ma i circuiti di adv ci pagano per ogni visualizzazione? E cosa succede nel caso in cui le nostre visite sono “artificiali” e non propriamente oneste?
Tutti i circuiti adv come ad esempio Google AdSense/AdMob, Facebook Audience, AdRotate etc hanno dei controlli molto selettivi in base ad algoritmi ben precisi che sono in grado di rilevare il comportamento truffaldino e bloccarlo, impedendo così la monetizzazione.
Ma come si calcola l’eCPM?
Il conteggio è semplicissimo: per avere un valore effettivo e reale del nostro guadagno e farci così due conti in tasca, dobbiamo dividere la nostra promessa di pagamento per il numero di visite ricevute e moltiplicare il tutto per 1000.
Attenzione però: il valore è una “stima” che può cambiare più volte durante l’arco della giornata in base alla legge della domanda/offerta del circuito pubblicitario a cui ci affidiamo.
Pertanto, più la domanda è alta più guadagneremo. Un esempio in tal senso è dato dai periodi di festa (Natale, San Valentino, Black Friday etc etc) durante i quali la richiesta di visibilità è alta da parte di aziende che, per vendere i loro prodotti, hanno bisogno di maggiori spazi pubblicitari e quindi sono disposte a “pagarci” di più per dare spazio ai loro contenuti.
Non a caso ci sono periodi dell’anno in cui l’eCPM può avere un valore altissimo, rispetto la media annuale, (es. 1€) da permetterci guadagni con il minimo sforzo ma passati questi periodi di “alta stagione” il valore può scendere drasticamente (es. 0,20€ o anche 0,05€) pertanto per avere guadagni accettabili dobbiamo aumentare enormemente i nostri sforzi.
Insomma, l’eCPM può essere assimilato a un’azione di una società quotata in borsa: più il valore della società sale, più le nostre azioni ci permetteranno di diventare ricchi.
Non essendo però ancora a nessun valore minimo/massimo, l’eCPM può farci dei brutti scherzi, pertanto è sempre meglio diversificare le proprie entrate affidandosi a più circuiti adv in maniera tale da non rischiare tutto su un unico canale di guadagno, ma differenziare le entrate.